Federico Maria RIVALTA

Federico Maria RIVALTA

Ho scoperto questo autore per puro caso qualche anno fa, leggendo il suo primo romanzo, Un ristretto in tazza grande. Da lì, come faccio sempre quando uno scrittore mi piace, ho cominciato a leggere tutti gli altri. Il secondo, Come tracce sulla sabbia, all’epoca aveva ancora il vecchio titolo, meno poetico, di Come sabbia nelle mutande. Il nuovo editore forse lo ha ritenuto poco politically correct, ma rendeva bene l’idea.

I titoli di Federico Maria Rivalta disponibili al momento su Amazon sono:

e il 7 maggio 2019 è prevista la pubblicazione di “La primavera della mantide“.

Come non mi stancherò di ripetere, sostengo con forza il self-publishing: l’editoria tradizionale, così com’è concepita ora, raramente scopre talenti, ma qui si aprirebbe un discorso lungo e spinoso, che rimandiamo.

Federico Maria Rivalta è uno degli autori entrati nella scuderia Amazon Publishing. A pieno merito. Amazon è stata geniale nel creare una sua casa editrice, avendo a disposizione i dati di vendita degli autori self. Questo dimostra – però – che scommette su cavalli già vincenti e quindi il successo di questi scrittori è totalmente farina del loro sacco, già da indipendenti. L’apporto fondamentale di Amazon Publishing è poi nel marketing (sono maestri) e nella traduzione e diffusione dei suoi autori su scala mondiale. Ma anche questo è un altro discorso, che riprenderò. Divago, come sempre.

Di Rivalta in giro non si trovano molte notizie. È milanese, laureato in Economia e commercio, funzionario di un importante istituto bancario. Alcune fonti lo danno trasferito in Veneto a 46 anni (è nato nel 1959), ma ho trovato alcune righe scritte di suo pugno, in un vecchio sito ormai irraggiungibile, che datano questo trasloco sui Colli Euganei nel 2000.

Di sicuro si sa che ama il golf e i pastori tedeschi, presenti attivamente anche nei suoi romanzi.

Non sono brava a gestire le decine di generi e sottogeneri particolarmente in voga al momento nei lit-blog e nei gruppi Facebook di lettori e aspiranti scrittori, quindi farò di testa mia. I romanzi di Rivalta li inquadro come “gialli all’italiana”: ambientati nel nostro Paese, senza scopiazzare i colleghi nordamericani, con personaggi che si possono incrociare per strada qui da noi e con quella vena di ironia e humor introvabile altrove.

Rivalta ha cominciato a scrivere “tardi” e, probabilmente proprio per questo, nella sua prosa si percepisce la maturità regalata dalla vita e non dai manuali di scrittura. Deve essere un uomo simpatico, il Rivalta. Siamo praticamente coetanei e questo mi fa apprezzare particolarmente alcune battute e riferimenti al passato.

I suoi romanzi sono una serie, con i medesimi protagonisti.

Il principale è Riccardo Ranieri, giornalista, con molte cose in comune con il suo autore. Nel primo libro lo scopriamo appassionato giocatore di golf, proprietario di due pastori tedeschi, milanese ma trasferito in Veneto. Nel romanzo d’esordio il protagonista parla in prima persona e si auto definisce un uomo affascinate. Eh, Rivalta, Rivalta… poi dicono che le donne sono vanitose… Smemorato fino all’inverosimile, con tanti piccoli difetti che lo rendono vero e anche simpatico, è uno di quelli che non perde occasione per fare una battuta, il più delle volte pentendosene. Si trova coinvolto suo malgrado in un primo omicidio e poi in un secondo, diventando addirittura un bersaglio del killer. Finisce spesso in ospedale, soccorso da un ragioniere volontario della Croce Rossa. Nutre uno spiccato interesse per una bella procuratrice legale, Giulia Dal Nero, e la loro storia si evolverà nel corso della serie.

È una lettura adatta a chi ha voglia di rilassarsi con storie intriganti, ma ariose, leggere. Lo stile è molto scorrevole, va via che è un piacere. Ve lo consiglio. Una bella scoperta.

 

 

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